Foot Lab Sport

Consigli per proteggere gli arti inferiori, così da evitare traumi e lesioni, agevolando la risposta nervosa e muscolare

È finalmente tempo di infilare scarponi e dopo sci! Migliaia di italiani sono alle prese con l’organizzazione della settimana bianca o già con gli sci in spalla in procinto di partire alla volta di cime innevate. Gli sport invernali riscuotono sempre più successo tra giovani e meno giovani, che si mettono alla prova su neve e ghiaccio, ma è importante farlo con un’attrezzatura adeguata e un minimo di preparazione.

Secondo i dati diffusi dalla Siot – Società italiana di ortopedia e traumatologia, nella scorsa stagione invernale gli incidenti da sci hanno provocato semplici distorsioni nel 45% dei casi, mentre il 22% ha riportato forti contusioni, il 15% ha riportato la frattura di un osso e il 18% lussazioni o trauma cranico.


“Non vogliamo certo creare allarmismo o scoraggiare le persone a praticare gli sport invernali. – Ha commentato Antonio Mazzotta, fondatore di Foot Lab Sport, centro per il benessere del piede. – Fare movimento fa sempre bene a muscoli ed ossa, ma sarebbe meglio preparasi prima facendo po’ di ginnastica per potenziare la muscolatura. La qualità del materiale tecnico di scarponi e sci è fondamentale, ma per garantire una maggiore stabilità al piede si possono utilizzare delle ortesi plantari realizzate su misura, specifiche per questo tipo di attività. Chi scia, infatti, ha necessità di aumentare la sensibilità e la stabilità, ma allo stesso tempo deve poter essere in grado di cambiare angolazione e direzione di ginocchia e caviglie.”.

“Nello sci lo stress articolare è molto forte, e, anche se mitigato dallo scarpone, lo sforzo per mandare gli sci dove vogliamo è enorme. In più lo sci è fortemente sollecitato a livello propriocettivo, ovvero da eccitazioni delle terminazioni nervose che provocano in maniera automatica o riflessa delle contrazioni muscolari. – Prosegue Mazzotta. - Mentre si scende lungo un pendio, le ginocchia sono sollecitate dalle flessioni dovute a dossi e conche del percorso. Gli stimoli che partono dalla periferia, in questo caso dai piedi, risalgono verso il centro, mentre nessun meccanismo di decisione muscolare volontaria avrebbe il tempo di intervenire. Se, invece, si indossa un plantare su misura, questo segue perfettamente l’anatomia del piede, agevolando l’invio degli stimoli ai recettori, per una risposta più veloce ed enormemente più corretta e performante. La comodità ed il minor dispendio energetico sarà enorme, permettendo di sciare meglio per più tempo.”.

“Sia che voi siate sciatori provetti, sia che siate alle prime armi, - conclude Mazzotta - queste solette plantari vi consentono di distribuire i carichi di peso sul piede in modo ottimale, preservando caviglie e ginocchia. Anche se avete in programma semplici camminate o ciaspolate, un plantare può essere un’ottima idea, perché sulla neve il passo è diverso e il piede si trova a compiere movimenti ai quali non è abituato. A chi si cimenta in lunghe camminate, invece, consiglierei la PowerWalk, strutturata in 4 spot di diversa composizione, per stabilizzare il retro piede e aumentare la tensione del complesso mio-tendineo del sistema achilleo-calcaneo-plantare trasmettendolo anche a gastrocnemio e soleo.”.

27/01/2017