Giro-E
Dal mare ai monti, si chiude la sezione iniziale del Giro-E. Grandi salite, come Etna e Roccaraso, e panorami mozzafiato
Se questa è la premessa, sarà un Giro-E da brividi. La prima settimana del giro elettrico si chiude infatti con un bagaglio di esperienze e di incontri a dir poco eccezionale. Dalla Sicilia all’Abruzzo, dal mare ai monti. Già le grandi salite, come Etna, Valico di Montescuro e Roccaraso. Già due tappe a quattro stelle (la seconda, Biancavilla-Etna, e l’ottava, Caramanico Terme-Roccaraso). 630 chilometri pedalati dai partecipanti, ma molti di più quelli percorsi dalla carovana che sta risalendo l’Italia. 10.800 i metri di dislivello positivo saliti, poco meno della metà del dislivello complessivo, pari a 25 mila metri.
Ma non è stato solo gesto atletico, fatica, scalate. Il Giro-E è anche e soprattutto l’opportunità di vivere l’esperienza Giro d’Italia, il foglio firma, il palco delle premiazioni, le Maglie; e di vedere da vicino la bellezza dell’Italia più vera, quella lontana dalle grandi rotte turistiche. Ecco Giardini Naxos, Montalbano Jonico, Matera, Vieste: città di tappa che sono perle, che meritano tutti il tempo che si dedica loro. E poi panorami incredibili, come quelli della tappa Manfredonia-Vieste, la più suggestiva tra quelle fatte finora, con la strada che si snoda fronte mare in uno scenario che le parole fanno fatica a descrivere. Ma anche lo scenario delle tappe più dure, che sono state due: la Scigliano-Camigliatello Silano e la Caramanico Terme-Roccaraso. La prima con un clima da Classica del Nord, nebbia inclusa, la seconda sotto la pioggia e con il freddo. Piccole grandi imprese che il motore delle bici da corsa elettriche del Giro-E, le e-road, hanno solo aiutato a compiere, perché sono stati il cuore e le gambe dei partecipanti a consentire loro di arrivare al traguardo, felici per avere superato uno scoglio ciclistico non banale. Questo avvicina i ciclisti elettrici ai loro “colleghi” professionisti, anche se l’intensità e la durata, naturalmente, sono minori: è il bello del Giro-E, la prima bike experience a tappe al mondo dedicata alle bici a pedalata assistita.
Una delle cose che è più piaciuta, è stata poter pedalare accanto a campioni o ex professionisti, cui chiedere di rievocare vecchie storie o carpire segreti. Gilberto Simoni, Max Lelli, Moreno Moser, Roberto Ferrari, Amedeo Tabini, Patrick Martini, i capitani di questo Giro-E 2020, si sono trasformati in gregari per aiutare e portare al traguardo tutti, anche i meno allenati. In hospitality, hanno avuto modo di incontrare grandi personaggi come Ivan Basso o Francesco Moser. Oppure conoscere atleti di altri sport che si sono cimentati nel ciclismo, come la ginnasta Carlotta Ferlito (Giardini Naxos-Villafranca Tirrena) o la mezzofondista Gaia Sabbatini, che ha concluso la Grottaglie-Brindisi.
Tra i capitani, che a ogni tappa si battono per lo Sprint al traguardo, che rappresenta il sale di questa bike experience, comandano Roberto Ferrari (Valsir) e Max Lelli (Italia Agenzia Nazionale Turismo) con 2 vittorie ciascuno, mentre Moreno Moser (RCS Sport), Patrick Martini (Toyota), Paolo Alberati (Fondazione Michele Scarponi) e Amedeo Tabini (Fly Cycling Team-CDI) seguono con una vittoria a testa.
12/10/2020
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